martedì 31 maggio 2016

La nostra è civiltà?

L'ennesima morte di una ragazza per mano del suo ex induce inesorabilmente a chiederci ragione di tanta crudeltà e di tanta indifferenza davanti alla sofferenza inflitta ad una persona.
Forse la spiegazione di tanto distacco è da ricercarsi nella distanza che progressivamente si è instaurata tra il pensare e l'agire, al punto che tra l'elaborazione del pensiero e la concreta realizzazione dello stesso si è materializzato uno schermo, come mediatore di tutto, quasi che la realtà non esistesse più e dovesse comunque sottostare ad una condizione di virtualità per essere degna di comprensione.
Lo schermo si è moltiplicato. 
Prima si limitava al televisore, da cui fuoriuscivano solo immagini e notizie di luoghi da noi lontani, mentre il mondo circostante era ancora concreto, chiaramente materico e denso di relazioni tra esseri pensanti. Poi questo strumento di mediazione ha progressivamente invaso ogni angolo ed ogni attimo, pervadendo di sé tutti noi, rendendoci al tempo stesso illusoriamente padroni di navigare ovunque e schiavi, di non poterne fare a meno, al punto da indurci a naufragare continuamente in esso e smarrire il senso della realtà delle cose.
Stessa sorte hanno subito i Sentimenti, i Valori e tutto ciò che per millenni aveva fatto la differenza tra la Civiltà e la Barbarie.
Se tutto viene reso merce, perfino la vita stessa viene vista non come Bene prezioso e dal valore inestimabile, ma semplice oggetto da utilizzare a piacimento e perfino il corpo di una ragazza diventa un giocattolo.
In quest'ottica, una ragazza che si svincola da una relazione, agli occhi del suo ex diviene una ribelle da punire, perché non accetta di restare soggetta alla sua volontà, ma si autodetermina e decide da sé.
Il risultato di tutto questo è un agire insulso, del tutto avulso dalla realtà, ma chiuso in uno spazio asfittico, ben delimitato dagli ambiti ristretti di un videogioco in cui perdere vite non comporta altro che ricominciare la partita...
Ma quella ragazza, arsa viva, non tornerà più!
La sua giovinezza, i suoi sorrisi, i suoi sogni saranno persi per sempre, come quelli di tutte le ragazze e le donne che, prima di lei, sono state uccise per un errato concetto di amore dai loro ex...
Interrompere queste continue stragi sarebbe un deciso segno di Civiltà, ma occorre riscoprire il Dialogo, l'Umanità, i Sentimenti sani, veri Valori che potrebbero ricostruire quei brandelli lacerati in cui si è ridotta questa società dei consumi, intenta solo al ciclo produttivo e dimentica delle necessità degli animi.




Nessun commento:

Posta un commento